La scuola di danza “Centro Danza Don Bosco” sarà sia sostenitore del progetto sia un ipotetico cliente.
La funzione prevalente del progetto sarà di avvicinare il più possibile le persone alla danza!
La struttura si concentrerà principalmente sull’insegnamento della disciplina e sulla sua rappresentazione, inoltre sarà dotata di spazi connettivi che potranno fungere da sale espositive che ripercorreranno la storia della danza.
Sarà dotata anche di alloggi per gli specialisti del settore e anche per i ballerini che dovranno esibirsi nella struttura.
Verranno anche inseriti appositi spazi commerciali dove i visitatori e i ballerini potranno acquistare gadget, souvenir e accessori della disciplina.
Ci saranno anche spazi per il ristoro e spazi per relazioni interpersonali.
All’interno dell’edificio ci sarà anche uno spazio adibito al verde per non creare un distacco con la natura circostante.
- Rebuilding nature: cortile interno con piccola passeggiata nella natura;
- Infrastracturing: posizionato nei pressi del MAAM per poter creare un percorso culturale;
- Creating: dotazione di aule per lo studio della disciplina, teatro per le esibizioni, uffici per l’amministrazione e spazi condivisi;
- Living: dotazione di alloggi per insegnanti e studenti;
- Exchange: dotazione di spazi di ristoro e negozi per la vendita di articoli inerenti alla danza.
DRIVING FORCE: CREATING
Dopo una piccola intervista con la referente del Centro di Danza ha commentato le prime ipotesi del progetto come molto idonee alla sua idea di scuola di danza e anche molto affini al loro uso attuale della struttura dove operano.
Per lei sarebbe molto interessante poter avere un distaccamento della scuola anche a Roma, potendo anche fruttare il teatro e gli alloggi per i maestri e gli studenti.
La scelta dell'opera è Halen del gruppo Atelier 5.
Il Bang è VOLUMI.
Infatti componendo e scomponendo varie volte questi parallelepipedi si è cercata di creare una forma che in orizzontale o in verticale fosse composta da vari volumi accentuando la sua variazione nella forma e nello spazio.
Il progetto Halen è un intervento innovativo per
molti aspetti, sorge fuori Berna.
E' un progetto fondato su una base di filari
paralleli di case basse che si innestano a diverse quote nella collina
boschiva.
Il progetto è dotato di servizi collettivi come
una piscina, sale comuni, un ristorante; di case di tre piani strette e lunghe;
di una serie di atelier e di spazi aperti articolati tra loro.
E' evidente il "ribaltamento in
orizzontale" dell'idea di unità abitativa di Le Corbusier.
Al posto del verde connettivo si utilizza la
vegetazione per creare delle zone di privacy, in questo modo nascono i patii
interni, le terrazze aggettanti e i tetti con erba. Invece lo spazio collettivo
ritorna a essere prevalentemente lastricato richiamando atmosfere delle città
medioevali.
I blocchi del complesso sono disposti a tessuto
determinando una piazza centrale e un sistema di strade che si connettono al
corso principale.
Halen è soprattutto un
laboratorio di studio sull'alloggio, infatti si rivolge una nuova attenzione
all'acustica, alla luce zenitale e ad altri aspetti particolarmente delicati
che possono essere affrontati solo e unicamente da un team affiatato e motivato
come l'Atelier 5.
Effettivamente questo
gruppo si allaccia ad un'operatività di squadra, ad uno studio oggettivo ed
analitico del progetto.
Quando il progetto di
Halen viene proposto trova una conferma nell'opera di Louis Sauer che nel corso
degli anni sessanta fa un'operazione di recupero urbano nel quartiere più
antico di Philadelphia: Society Hill.
Queste sono operazioni
contro corrente con l'impostazione della città macchina che comincia ad essere
sostituita con progetti dentro la città già costruita. I tipi edilizi devono
rinnovarsi completamente e nascono nuovi sistemi e nuove scoperte.
La mia scelta è ricaduta
sul complesso Halen perchè penso sia molto importante il rapporto che gli
edifici abbiano con la natura circostante ed anche il fatto che l'intervento
non abbia "aggredito" il terreno collinare esistente. Inoltre reputo
molto interessante anche lo sviluppo modulare e orizzontale degli alloggi che
anche essendo allineati creano una sorta di movimento visivo con i
chiaro-scuri.
E' un'opera che
conoscevo, ma riguardandola ho colto alcuni suoi vari aspetti che inizialmente
non mi sembravano molto evidenti. Pur sembrando identica architettonicamente in
realtà a contatto con la natura cambia completamente forma! Infatti ogni
alloggi è dotato o meno di piante arrampicanti o comunque di verde che si
distingue l'uno dall'altro, dando vita a moduli apparentemente uguali ma
diversi tra loro.
Un'altra cosa che mi ha
colpita è stata la fusione delle varie azioni che si possono svolgere
all'interno di questo complesso, penso che si possa definire come un vero e
proprio cardine della MIXITE'.